lunedì 3 marzo 2025

LO SPAZIO VUOTO DEL TEATRO


Il teatro è soprattutto immaginazione. Con l’immaginazione possiamo giocare, emozionarci, ma anche guardare la realtà da prospettive nuove, a volte con rivelazioni sorprendenti. Per questo amiamo usare il linguaggio teatrale anche come strumento per riflettere su tanti aspetti della realtà. Negli ultimi anni nel corso dei nostri laboratori abbiamo affrontato i temi più urgenti del nostro presente e li abbiamo guardati dalle angolazioni più singolari, per ottenere risposte meno scontate e capaci di mostrarci tutta la complessità che ci circonda. Questo anche per sfuggire alle formule politicizzate che vogliono restituirci visioni appiattite su slogan sintetici, utili per aggregare consensi, ma non per chi voglia comprendere seriamente le difficoltà della vita e le problematiche che caratterizzano la nostra società.  



Nelle nostre sperimentazioni abbiamo riflettuto sull’abuso del digitale e sui rischi legati ad un uso improprio e indiscriminato dell'intelligenza artificiale, che rischia di spegnere la nostra creatività. La tecnologia sta infatti invadendo persino le pagine dei libri di narrativa, che dovrebbero al contrario essere il pozzo più ricco da cui possa attingere la nostra fantasia. 

Abbiamo parlato di violenza, della leggerezza con cui riempiamo la nostra mente di scene di aggressioni e morti spietate che vengono mercificate dalle industrie dell'intrattenimento come divertimento per i bambini e per i giovani, senza accorgerci che in questo modo stiamo ottundendo la nostra sensibilità e stiamo formando la nostra mentalità a considerare normalità le risoluzioni violente dei conflitti. Le guerre che riempiono il nostro presente si appoggiano anche a questo e, parlando con le nuove generazioni, è sempre più evidente come si stia perdendo il valore della pace.

Abbiamo attraversato inoltre temi quali il bullismo, il disagio psichico, le dipendenze, la sperequazione sociale, il cambiamento climatico, arricchendo la nostra capacità critica attraverso la recitazione.



Siamo fermamente convinti che il teatro possa offrire un contributo importante nell'affrontare ogni problematica che ci affligga, non tanto perché ci permette di aggiungere la nostra voce a quella degli altri, ma, al contrario, perché ci offre momenti di silenzio. Fare teatro richiede anzitutto uno spazio vuoto, uno spazio sospeso, privo del tutto di stimoli visivi e uditivi.  Solo con gli occhi e le mani finalmente liberi da giocattoli elettronici, computer, cellulari e televisori, solo in quel silenzio, possiamo riattivare la nostra mente e riscoprire il piacere del pensiero attivo. Nel mare di distrazioni che riempie la nostra quotidianità, è necessario recuperare la capacità di concentrazione, di riflessione, di ascolto dei nostri stati d'animo e riconnetterci col nostro potere creativo. In questo modo smetteremo di essere vittime del nostro presente, per tornare a costruire la nostra esistenza in modo più consapevole.










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