giovedì 15 febbraio 2018


Unità, ma anche memoria e identità:
torna "Il mondo in classe" con nuovi temi e nuovi obiettivi!



Dopo i bellissimi risultati visti nel corso dell'anno precedente, con bambini introdotti con entusiasmo al mondo della musica e del teatro e più famiglie straniere effettivamente coinvolte nella vita della scuola, abbiamo rinnovato il progetto richiamando ancora una volta tutto il mondo in ogni classe! Naturalmente sempre ricorrendo all'immaginazione, lo strumento più valido che il teatro insegni a padroneggiare. E se l'anno scorso abbiamo volato con la fantasia, dimostrando come la diversità renda il nostro mondo avventuroso e affascinante, questa volta abbiamo voluto approfondire un nuovo tema: quello della memoria. Perché lo sforzo di integrarsi in una cultura estranea, purtroppo comporta spesso il rischio di penalizzare la propria. Capita infatti di incontrare bambini senza la cittadinanza italiana e, nel contempo, senza neppure un profondo legame con il paese d'origine della propria famiglia. Bambini quindi senza una vera terra, persone per così dire sospese tra una cultura e l'altra senza mai poter entrare né nell'una, né nell'altra.
Viviamo in un'epoca che ci ha abituati a dare la massima importanza agli aspetti pratici: documenti, moduli, numeri impilati insieme sembrano la maggiore priorità. Ma è davvero questo che può dare un sorriso a certi bambini? O forse certi antichi suoni o aneddoti, pur mostrandosi come cose piccole e senza importanza, nascondono magari quella ricchezza che realmente cerca il nostro cuore? A volte una favola o una canzone diventano piccoli squarci da cui spiare per poter riscoprire qualcosa della nostra identità, pezzi di noi che avevamo dimenticato ma di cui sentivamo in qualche modo la mancanza.

Studi per le scenografie

Con il nuovo spettacolo abbiamo quindi voluto invitare il pubblico a riflettere sull'importanza della memoria. Se dimentichiamo di trasmettere ai più piccoli gli usi e i costumi delle nostre terre di origine, creiamo di fatto un vuoto nella memoria collettiva. E chi perde la memoria perde la propria identità. E se non proteggiamo la nostra identità, non possiamo neppure realizzare un autentico scambio con chi è diverso da noi. Perché l'integrazione deve passare, a nostro avviso, soprattutto attraverso la condivisione di passioni e conoscenze, una condivisione operata da tutte le parti in questione. Siamo certi che solo questo processo di scambio reciproco può farci crescere, rendendoci più forti e consapevoli.
Il problema della fragilità delle identità culturali è peraltro un tema che tocca ognuno di noi, perché il processo di globalizzazione, cui siamo tutti sottoposti, abbatte sì tante frontiere, ma troppo spesso va a discapito delle identità regionali e nazionali e forse ha già spazzato via tanta ricchezza. Una ricchezza anche immateriale, a volte fatta di cose apparentemente superflue, che tuttavia sapevano custodire misteriosamente parti importanti della nostro vero essere.
Ci auguriamo quindi che cresca nelle nostre comunità una nuova consapevolezza in grado di accogliere il nuovo, senza perdere per questo il passato e i tesori in esso nascosti.



Il racconto emozionato dei bambini pubblicato sul giornalino della scuola

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