mercoledì 30 dicembre 2015

Una favola per parlare di bullismo




Il dilagare di un grosso disagio sociale, quello del BULLISMO, nella scuola primaria, ci ha spinto a produrre un nuovo lavoro che riflettesse sul tema e potesse in un qualche modo dare un aiuto ai bambini, alle famiglie e alle maestre che ci seguono. È nato così “PIRATI IN VISTA!”, una favola che, attraverso la magia della narrazione e la suggestione di figure mitiche quali pirati, draghi e ninfe marine, rispecchia nello stesso tempo un problema molto attuale.
Ma in cosa consiste effettivamente il bullismo? E come possiamo parlarne in modo semplice ai bambini? Ecco una nostra guida alla questione!*

 Una marionetta tratta dallo spettacolo "Pirati in vista! Una favola contro il bullismo"

Si parla di bullismo quando qualcuno si comporta ripetutamente in modo prepotente e aggressivo con un altro. Nell'atto bullistico non si contano, però, solo due figure, ma molte di più; ecco un piccolo schema che può illustrare il tutto con semplicità e che riguarda tutti noi. Ognuno, infatti, deve necessariamente ritrovarsi in uno di questi ruoli.

IL BULLO: è chi commette un atto aggressivo verso un indifeso, facendo un dispetto o dicendo qualcosa di spiacevole contro di lui.
L’AIUTANTE: è quello che segue il bullo, spalleggiandolo nella prepotenza.
IL SOSTENITORE: è chi rimane a guardare l'aggressione, magari ridendo. Di fatto i bulli agiscono quando hanno qualcuno che li osserva, come se fossero attori in cerca di spettatori.
L’ESTERNO: chi non si ferma a guardare, evita di lasciarsi coinvolgere e non prende le parti di nessuno.
IL DIFENSORE: è chi, al contrario, sceglie di prendere le difese della vittima, intervenendo a suo favore o cercando di consolarlo.
LA VITTIMA: è la persona che subisce la prepotenza.


 Capitan Cozza tormenta una chiocciolina

In questo schema il bullo e la vittima sembrano due figure del tutto opposte, il primo spaccone ed esibizionista, il secondo timido e introverso; eppure gli studiosi ci invitano a guardare più in profondità e a scoprire quante somiglianze vi siano invece tra di loro.
Ad accumunare bulli e vittime è soprattutto una forte difficoltà a vivere le emozioni più spiacevoli. Momenti di tristezza, delusione o frustrazione possono essere rimasti particolarmente impressi in queste persone, tanto da farle sentire costantemente in pericolo.
Ecco quindi che il BULLO è un bambino o un ragazzo che vive un normale evento spiacevole come una catastrofe che può rubargli per sempre la felicità. Per questo nel confronto con gli altri, perdere una partita in un gioco, ammettere di aver fatto uno sbaglio, o ricevere un voto più basso rispetto agli altri, può sembrargli erroneamente qualcosa di terribile che lo svaluta per sempre agli occhi degli altri. I comportamenti aggressivi e le prepotenze gli sembrano allora necessari per imporsi nuovamente come persona vincente all'attenzione degli altri.
In modo simile anche la VITTIMA è una persona che tende a vedere le difficoltà più grandi di quanto in realtà non siano. È in particolare sempre convinto che ogni qualvolta dia un parere diverso dagli altri o dica qualcosa di non richiesto risulterà fastidioso e sarà umiliato, deriso e infine emarginato per sempre. Per questo si abitua a mettersi il meno in vista possibile, a non combattere mai nessuno e ad accettare anche le prepotenze. Pensa infatti che la passività e il suo spirito di accettazione possano renderlo più gradevole.

 Francesco Tornar interpreta il "bullo", Capitan Cozza

In definitiva bulli e vittime sono simili e allo stesso tempo opposti, tanto che se si alleassero, sarebbero una squadra davvero vincente, perché avrebbero moltissima intesa, compensando nel contempo l'uno le carenze dell'altro. Sono come si dice complementari: l'uno completa l'altro.
Purtroppo, però, il bullo non crede all'amicizia, ma solo alla competizione. E mettersi in competizione con uno passivo sembra il modo più sicuro per riuscire vittoriosi e guadagnare una bella figura. E, del resto, la vittima è tanto chiusa e riservata che difficilmente riuscirebbe ad aprire un vero dialogo con uno tanto esuberante come un bullo.

 Felice Ferrara nella parte di Edward Lee

Detto questo, è ora necessario riflettere sulle altre figure, ovvero su ognuno di noi. Dobbiamo infatti chiederci quanti di noi, aldilà dei vissuti e delle esperienze passate, credono davvero all’amicizia e non piuttosto alla competizione? Chi desidera davvero sentirsi vicino all’altro, piuttosto che superiore? Chi sa davvero rispettare l’altro in ogni sua scelta, nelle sue idee, nei suoi desideri?
Nella società in cui viviamo, in realtà, i premi sono per chi sa vincere una gara, una competizione, chi sa dimostrare una qualche abilità più di un altro; molto difficilmente, invece, si pensa di premiare chi sa vivere in gruppo, chi sa rendere duratura un’amicizia, chi si dimostra solidale.



La chiocciolina spaventata da Capitan Cozza e Branchianera

Nel nostro spettacolo, abbiamo illustrato le situazioni e le figure prima analizzate in determinati personaggi: Capitan Cozza è il tipico bullo, Branchianera è un aiutante e un sostenitore, Edward cerca finché può di rimanere esterno, mentre Alga si pone come difensore della Chiocciolina, la vittima.
Oltre a questo, però, abbiamo scelto due parole chiave che servissero come antidoto al bullismo, ovvero AMICIZIA e SOLIDARIETA'.
Tutti sanno cosa sia l’amicizia, mentre è forse più difficile comprendere fino in fondo la solidarietà.
Cosa significa ESSERE SOLIDALI? Essere pronti ad offrire un aiuto a chi è in difficoltà, ma anche saper gioire della felicità degli altri. Saper sostenere gli altri nel loro percorso di vita, anche se apparentemente non se ne guadagna nulla nell’immediato. Diciamo apparentemente, perché in realtà la scelta della solidarietà è l’unica che può renderci veramente felici.
Molti scelgono di lottare da soli contro tutti, ma nessuno realmente è in grado di farsi strada nella vita senza doversi mai appoggiare a qualcuno. Anche il più in gamba di tutti, dovrà in realtà sperare prima o poi in un aiuto.


 Helga Micari nei panni della ninfa Alga, il personaggio che, mostrando la propria fragilità, riesce a creare un dialogo con Capitan Cozza

Come si diviene davvero solidali con qualcuno? E’ necessario mostrarsi sempre forti, come delle rocce a cui è possibile aggrapparsi? Nient’affatto! Al contrario spesso è proprio necessario mostrare le proprie fragilità.
Come abbiamo visto, vittime e bulli sono persone che cercano di evitare la sofferenza tramite la passività o l’aggressività, perché trovano che la tristezza, la delusione, il sentirsi rifiutati o giudicati siano sentimenti così dolorosi da essere insopportabili. Pensano quindi che debbano essere evitati il più possibile e giustificano per questo mezzi davvero pesanti. La vittima trova più accettabile subire ogni prepotenza, che sentirsi allontanato, e il bullo pensa sia giusto attaccare qualcuno, piuttosto che sentirsi inferiore all’altro.
E’ necessario allora che vittime e bulli comprendano che ognuno di noi vive emozioni spiacevoli, e che ognuno di noi, dopo un pianto o un momento di malinconia, può tornare infine a sorridere.
Una persona solidale ed empatica è quindi una persona che sa condividere con l’altro il dolore: non nega che possano esserci momenti brutti e difficili, anzi confessa i propri e rispetta i tempi dell’altro nel superare la tristezza. In questo modo è possibile incoraggiare l’altro a vivere i propri sentimenti, senza soffocarli, a lasciarli esplodere, di modo che non rimangano stretti nel cuore ma possano piano piano defluire fino a dissolversi. 

L’anima è un’opera d’arte!

 Un fondale realizzato da Marco Ferrara per lo spettacolo

Nel creare marionette e fondali per lo spettacolo abbiamo scelto un tipo di pittura astratta particolare detta ACTION PAINTING (pittura d’azione): è uno stile pittorico in cui il colore è lanciato sulla tela o lasciato gocciolare del tutto spontaneamente. Non si richiede alcuna riflessione, perché ciò che conta non è l’idea con la quale si dipinge, ma solo l’istinto del momento. E’ come scattare una fotografia che fermi lo stato d’animo di una data giornata, imprimendolo così com’è sulla tela, senza alcun giudizio e alcun abbellimento. 
 

Pesci dipinti in action painting da Helga Micari

Mentre dipingiamo, possiamo sentirci gioiosi o, al contrario, tristi o arrabbiati. Ogni emozione è bene accetta, purché sincera. E così la tela ci mostrerà infine un’immagine della nostra anima: una serie di macchie di colore dove ogni emozione, scura o chiara, spenta o brillante, contribuisce in modo ugualmente importante a vivificare il quadro e a renderlo unico.
Questo messaggio ci sembrava particolarmente importante per invitare tutti i nostri spettatori a vivere e ad esprimere ogni emozione, in modo che si possa poi prendere le distanze da esse, osservarle più da lontano e superarle, trattandole per quello che realmente sono: qualcosa di passeggero che ha caratterizzato un momento, senza togliere spazio ad altre possibili emozioni future.

 Alga aiuta Capitan Cozza ad esternare la sua rabbia

Allo stesso modo speriamo che tutti i genitori e gli insegnanti non dimentichino che è sempre necessaria un’educazione all’emozione per i più piccoli. Il mondo di oggi ci porta purtroppo a considerare esclusivamente questioni di tipo materiale, ma è in realtà il nostro mondo interiore a darci le prime risorse per costruire la nostra vita. E questo non andrebbe mai dimenticato.



"PIRATI IN VISTA! Una favola contro il bullismo"
è uno spettacolo scritto da Felice Ferrara
diretto da Felice Ferrara ed Helga Micari
con Felice Ferrara, Helga Micari, Francesco Tornar e Guendalina Rossi
marionette di Felice Ferrara con action painting di Helga Micari
(si ringrazia Gero Caldarelli per la marionetta della chiocciolina)
Fondali di Marco Ferrara 
Luci di Ornella Banfi
Sartoria: Nelly Melgareyo, Angela Solimando, Francesca Angelicchio
Produzione Teatrino Teatrò, in collaborazione con Campo Teatrale

*per approfondire, consigliamo il libro che ci è sembrato più utile sull'argomento:
  "Stop al bullismo!" a cura di Nicola Iannaccone, edizioni La meridiana.

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